A quasi 15 anni dall'ultimo concorso per la stabilizzazione, la ASL Toscana si appresta a un nuovo capitolo, segnando una svolta significativa nel reclutamento dei medici per il Pronto Soccorso.
Il 14 dicembre, Arezzo sarà il fulcro di un evento che coinvolgerà medici non specialisti, specializzandi e esperti, con l'obiettivo di selezionare 240 nuovi professionisti, rispondendo così alle crescenti esigenze del settore sanitario.
Nel Pronto Soccorso di Cecina, cinque medici non specialisti, di cui alcune con oltre 10 anni di esperienza, e una dottoressa in fase di specializzazione affronteranno la carenza di personale medico in un settore cruciale come l'emergenza. Di particolare rilievo, tra questi sei medici, sono cinque donne, a cui va il merito straordinario di aver resistito nonostante fossero legate a un contratto privo di garanzie per gravidanza, maternità, aspettativa e altro.
Un dovere civile è esprimere loro i più calorosi ringraziamenti per la dedizione e la tenacia dimostrate nell'affrontare sfide lavorative complesse e per il prezioso contributo offerto nel campo della salute.
Evitando le costose cooperative, la Toscana ha dimostrato lungimiranza nel mantenere il controllo sui costi, evitando di superare i 1.200 euro per la copertura di un turno di 12 ore, come avviene in altre Regioni che si affidano a cooperative costose.
Sebbene temporanea, questa soluzione ha scongiurato il rischio di lasciare scoperti i turni e ha frenato l'emorragia di medici dell'emergenza. Nonostante contratti privi di garanzie e compensazioni economiche sottostimate, i professionisti toscani da stabilizzare hanno mostrato notevole tenacia nel rimanere al loro posto.
L'iniziativa rappresenta un passo avanti, ma resta spazio per miglioramenti marginali. Il merito va ai tecnici dell'Assessorato alla Salute per la loro proattiva risposta alla situazione critica.
Ora è cruciale che società scientifiche dell'emergenza, università e ambito politico collaborino per identificare soluzioni future più sostenibili. La necessità di una scuola di specializzazione in medicina d'urgenza così strutturata è in dubbio, specialmente considerando che oltre il 70% delle borse di studio non è stato assegnato anche quest'anno.
La sfida sarà portare un cambiamento nella formazione e nell'organizzazione del lavoro, mirato a garantire condizioni di lavoro meno logoranti per i futuri professionisti dell'emergenza.
Dr. Riccardo Ristori
Vicepresidente AIES
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